Agosto 2024
Mercoledì 28 | L'attacco ucraino alla Russia, provincia di Kursk, è iniziato ventuno giorni fa. Come non era difficile ipotizzare, dopo i primi 4 o 5 giorni di sorpresa i russi hanno stabilizzato il nuovo fronte, e da almeno dieci giorni non si segnalano più avanzate delle brigate ucraine, e neppure dei gruppi di ricognizione e sabotaggio. Sono viceversa iniziati i primi contrattacchi russi, anche se per ora il più grosso impegno russo sembra rivolto alla sistematica distruzione del maggior numero di forze soprattutto corazzate e meccanizzate, sia in prima linea che nelle riserve. Sia ad est che ad ovest dell'area occupata dagli ucraini, questi hanno dovuto arretrare dalle posizioni più avanzate che avevano raggiunto nei primissimi giorni ed è poco probabile che abbiano avuto modo e tempo di costruire fortificazioni solide. Le perdite ucraine soprattutto in mezzi sono estremamente alte. Tuttavia pare che che il comando ucraino continui ad inviare forze su quel fronte. Quello cui assistiamo -collegato o meno che sia alla dislocazione a Kursk di moltissime forze di elite ucraine - è invece una progressiva accelerazione dell'avanzata russa sul fronte del donbass, in particolare verso Pokrovsk. Contrariamente al ritmo lento ma costante degli ultimi mesi, quando la conquista di ogni piccolo villaggio o punto fortificato richiedeva settimane, i russi stanno avanzando di chilometri ogni giorno, passando da un villaggio all'altro spesso in 24 ore. La sensazione è che non incontrino più ,almeno in alcune aree del fronte, alcuna reale resistenza, tanto meno una strenua difesa come eravamo abituati a vedere da quando (fine 2023) i russi hanno preso decisamente il sopravvento ma comunque hanno pagato pesantemente ogni metro conquistato. Che la mossa "all in" dell'attacco alla russia fosse un azzardo era chiaro dal primo giorno, e si sarebbe comunque trattato di una svolta decisiva nella guerra (vedi il nostro commento dell'8/9 Agosto). Tuttavia, una volta lanciata la scommessa, per gli Ucraini diventa difficilissimo tirarsene fuori. Se infatti iniziano a ridislocare forze d'elite (quello che ne rimane) dalla zona di Kursk al fronte in crisi di Pokrovsk, per tentare almeno di rallentare i russi, è facile prevedere che in pochissimi giorni la penetrazione in territorio russo, così pubblicizzata ed esaltata, verrà spazzata via, e le forze russe potranno procedere, inseguendo, verso Sumi, creando ulteriori giganteschi problemi di contenimento , senza contare l'effetto sul morale e sul prestigio internazionale di Zelensky. Per contro, se come pare, il comando ucraino o Nato deciderà di insistere sul fronte di Kursk non solo tenendo impegnate lì molte delle migliori brigate, ma anzi continuando ad inviare rinforzi, nonostante la mancanza di prospettive, la veloce ritirata sul fronte del Donbass potrebbe assumere rapidamente aspetti catastrofici, ed anche in quel caso il morale sarebbe compromesso dall'evidenza di una scelta azzardata. Rimarrebbe però in piedi per qualche settimana la narrazione mediatica di una coraggiosa e robusta prova di forza ucraina. In questo quadro devo ribadire che la mappa di ISW, normalmente precisa e puntuale, sta fornendo da una quindicina di giorni un quadro molto poco aggiornato dell'evoluzione sul campo, rispetto a quanto segnalato da fonti diverse, sia ucraine che russe. |
Lunedì 26 |
L'operazione ucraina in terra russa è da tempo in fase di stallo. Dopo aver penetrato per un massimo di una trentina di chilometri su un fronte ampio, di circa 40 km, nei primi 4/5 giorni, dal 7 al 12 Agosto, con almeno 8 brigate di alta qualità totalmente organizzate ed equipaggiate dalla Nato,oltre alle riserve di unità specializzate e territoriali, in una zona praticamente senza difese e senza alcun importante centro abitato (l'insediamento più grande -Sudzha- aveva circa 6000 abitanti), gli ucraini hanno tentato per altri dieci giorni di sfondare le linee russe di contenimento che erano via via state costruite con i rinforzi russi che arrivavano dalle retrovie e in piccola parte da altre zone del fronte, senza alcun ulteriore risultato significativo e stabile. Da un paio di giorni, pur proseguendo gli attacchi in diverse direzioni, gli ucraini si vedono già costretti ad arretrare in diverse località dell'area occupata. Se fosse stato quello di distogliere forze russe dall'attacco che continuano a fare nel Donetz l'operazione si sarebbe rivelata un boomerang, perchè non solo non ha costretto i russi a distogliere forze significative da quel fronte, ma al contrario ha impegnato in un ulteriore fronte molte delle proprie forze migliori, con perdite altissime che da qui in avanti continueranno solo per mantenere più a lungo possibile posizioni senza alcun significato se non di essere in territorio unanimemente riconosciuto come russo ed alimentare la macchina della comunicazione e propaganda. L'unico obbiettivo pienamente riuscito è infatti di carattere propagandistico (con gli eventuali risvolti politici) perchè questa penetrazione irrilevante da ogni punto di vista è stata presentata al mondo come una grande operazione militare ed una importante sconfitta russa. Certo, alla parte del mondo- che non è poi rilevantissima- che subisce l'influenza comunicativa del sistema Nato. In compenso, per il resto del mondo, al contrario, l'operazione è servita a dimostrare -se ce n'era bisogno- che la guerra in Ucraina non è certamente solo una coraggiosa resistenza di un popolo semidisarmato ad una invasione ingiustificata, (ricordiamo i filmati dei giovani di Kiev che seduti in piazza preparavano cassette di bottiglie molovov artigianali, mentre i circa 1200 carri armati ucraini preparavano la prima controffensiva ) ma un importante tassello di un confronto tra Russia e Nato che ha radici lontane e prospettive inquietanti. Lo snodo fondamentale della geopolitica del nostro tempo, o almeno di questi anni. L'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhia, il tentativo di raggiungere la centrale nucleare di Kursk, la richiesta continua di alzare lo scontro con la Russia avvicinandosi alla soglia della risposta nucleare prevista dalla dottrina russa, e dall'altro lato il monito del Papa di ieri (lasciate stare le religioni) , riferendosi alla recente proibizione in Ucraina della chiesa ortodossa russa, danno meglio di ogni cosa il senso della profondità del dramma che si sta svolgendo sotto gli occhi di un mondo anestetizzato, che perde via via ogni riferimento etico, ogni limite razionale, avviandosi verso un precipizio che appare sempre più difficile da fermare. |
Mercoledì 21 | Due settimane dall'invasione Ucraina della provincia di Kursk. L'area occupata non si è molto estesa rispetto ai primi 4/5 giorni. Non ci sono ancora segni di importanti contrattacchi russi, ma solo di attività di contenimento. Continuano comunque ad affluire rinforzi ucraini. Le brigate in attesa (secondo tutte le fonti) a ovest di Sumi non si sono per ora mosse. Sul resto del fronte continua a ritmo molto più accelerato l'avanzamento dei russi, che villaggio dopo villaggio stanno ormai minacciando da vicino Pokrovsk, città appena evacuata e centro stradale e ferroviario di grande importanza. Devo segnalare che la mappa ISW, come già avvenne in un momento chiave dell'inutile controffensiva ucraina del 2013, non appare seguire con puntualità gli aggiornamenti sul terreno, sia nella zona di avanzamento russo che nel territorio russo occupato dagli ucraini. |
Sabato 17 | Dopo dieci giorni dall'attacco ucraino nella zona di kursk, che appare fondamente stabilizzato dalla reazione russa, gli ucraini hanno lanciato tra ieri e oggi un altro attacco più a nord, di fronte al villaggio di Tectino, a seguito di un altro attacco avvenuto nei giorni scorsi sul confine ancora più a nord, di fronte a Studenok. Ambedue questi attacchi sembrano essere stati fermati dalle difese russe a brevissima distanza dal confine. Assai più preoccupante è l'insistenza ucraina nel darsi come obbiettivo le centrali nucleari in controllo russo ,sia a Zaporizia che a sud di Kursk. Il continuo alzare il livello di provocazione pare lo strumento scelto dagli ucraini in questa fase di imminente tracollo del fronte principale, segnalato dal continuo avanzamento russo verso punti cardine del sistema di difesa nel Donbass. |
Venerdì 16 |
Continua la pressione russa sul fronte del Donetz, con risultati sempre più significativi. L'invasione ucraina della zona di Kursk non ha avuto particolare effetto sulla collocazione delle forza di attacco russo sul fronte centrale. Nella zona di Kursk, dopo la facile penetrazione dei primi tre/quattro giorni, pur con un continuo afflusso di forze fresche, non si verificano particolari ulteriori avanzamenti ucraini, trattandosi ormai di poche centinaia di metri in alcune direzioni; i russi sembrano aver stabilizzato il fronte su almeno tre lati (est, nord est e nord), passando in alcuni punti al contrattacco. Le truppe impegnate finora per il contenimento non sono state sottratte al fronte centrale. Su quel fronte appare invece ancora molto aperta la situazione ad ovest, in direzione di Glushkovo, dove la popolazione russa è stata fatta evacuare in gran fretta in queste ore, e dove quindi è atteso un nuovo attacco ucraino, che potrebbe anche arrivare dalla zona di Studenok, dove già è stato fatto un inizio di invasione e sono- pare-disposte considerevoli forze pronte all'impiego e finora non utilizzate. Dal punto di vista militare l'operazione ucraina a kursk finora non pare abbia sortito risultati di valore strategico. Tuttavia è ancora in corso e le oltre trentamila unità impegnate (forse con altre 4 brigate di riserva) hanno certamente la possibilità di prolungare ed estendere i combattimenti, nonostante le pesanti perdite. Dalle dichiarazioni di Zelenski pare che gli ucraini abbiano intenzione di dare un significato politico rilevante al pezzetto di territorio rurale che controllano da una settimana, parlando di costruire un'amministrazione del territorio (con una serie di problemi costituzionali da affrontare). Come dall'inizio di questa vicenda, i risultati militari sul campo contano assai di più delle esternazioni e narrazioni più o meno fantasiose. Pokrovsk, il centro nevralgico dell'intero schieramento difensivo ucraino nel Donbass, sta per essere investito dall'avanzata russa. A nord l'Ucraina sta utilizzando gran parte delle sue migliori unità e tutto l'appoggio Nato possibile per creare un reale minaccia al territorio russo, finora con scarsi risultati ma la situazione è tutt'altro che definita. E' sicuramente una fase decisiva della guerra, e si risolverà con una svolta in un senso o nell'altro molto probabilmente prima delle elezioni in USA, che sono il vero obbiettivo delle scelte dei vertici ucraini in questi giorni. |
Martedì 13 | Una fase decisiva della guerra in Ucraina appare in corso. Mentre su tutto il fronte "storico" i russi continuano ad avanzare, con operazioni lente e solidamente appoggiate, l'offensiva ucraina nel nord continua con crescente uso di forze. Lo sfondamento iniziale continua ad essere alimentato, ed i russi sembrano per ora averlo a malapena contenuto, stabilizzando la parte più a est e centrale, cedendo invece ancora terreno a Sudzha e a sud di questa cittadina. In diverse altre aree del confine russo sono in corso o stanno per avvenire ulteriori attacchi. Vengono segnalate due grandi concentrazioni di truppe ucraine una a nord del punto dell'attacco del 7 Agosto, una immediatamente a sud. Gli attacchi per ora sono spesso semplici puntate di gruppi meccanizzati veloci, ma fanno presagire l'intervento successivo di forze più consistenti. Contemporaneamente gli ucraini tentano di ottenere dall'occidente ulteriori mezzi e autorizzazioni per colpire in profondità la russia (in particolare dagli inglesi l'uso degli storm shadows). Nelle foto che giungono dal fronte appaiono evidenziate le presenze di combattenti georgiani e polacchi. Il tentativo di allargare il conflitto è evidente, e le incursioni aeree attraverso la Bielorussia ne sono la prova più chiara. Tatticamente il risultato di questi attacchi ripetuti e distanti tra loro non ha finora ottenuto lo scopo di rallentare l'offensiva russa, ma certamente ha provocato la necessità per i russi di schierare numerose forze lungo tutto il lunghissimo confine. L'evacuazione di un numero altissimo di civili (oltre 180000) dalle potenziali zone di combattimento è una fase propedeutica alle operazioni di contrattacco che i russi certamente metteranno in essere appena avranno raccolto forze sufficienti. Pare possibile, cercando una ipotesi di obbiettivo strategico alla presente offensiva, che nelle zone sotto controllo ucraino, soprattutto Sudzha ed i villaggi da Guyevo a Lyubimovka, essi tenteranno di trincerarsi e resistere fino all'eventuale fase di aperture di trattative, che molti danno per scontate nel caso dell' elezione di Trump, quindi fino all'inverno. In quel caso il controllo di un territorio russo anche piccolo creerebbe enormi difficoltà ad ogni trattativa e ad ogni ipotesi di cessate il fuoco, aumentando la possibilità che gli Ucraini continuino ad avere un pieno sostegno dagli USA. Allargare la guerra e contrastare ogni ipotesi di diplomazia sono gli evidenti obbiettivi ucraini di questa fase, al di là delle dichiarazioni di facciata. |
Venerdì 9 |
Continua ad essere alimentato da una grande quantità di forze l'attacco ucraino in Russia, a sud di Kursk. Non è affatto chiaro dove relmente si sia spinto l'esercito ucraino, e dove i russi siano riusciti a stabilizzare il fronte. Dato il numero di forze impegnate, pare complessivamente oltre 12 brigate (oltre trentamila uomini) , con decine di tanks e centinaia di mezzi blindati, appare possibile una sorta di "scommessa all-in" da parte del comando ucraino, che infatti sta rinunciando a difendere le zone del fronte centrale dove i russi continuano ad avanzare. L'unico obbiettivo strategico in quella zona è la centrale nucleare posta a circa 30/40 chilometri dal fronte raggiunto dalle punte esploranti ucraine. Tuttavia solo i prossimi giorni ci faranno capire se e dove il fronte di kursk si stabilizzerà, se e quali forze i russi dovranno disimpegnare dal fronte centrale, se o cosa avverrà delle truppe ucraine impegnate nell'operazione in russia. Purtroppo occorre anche segnalare che una minaccia a zone strategiche in territorio russo costituisce una delle condizioni primarie nella dottrina nucleare russa per l'utilizzo delle armi atomiche. |
Giovedì 8 |
Mentre sul fronte centrale continua la lenta avanzata russa, un nuovo importante fronte è stato aperto dagli ucraini a nord di Simi, con un improvviso attacco compiuto con forze rilevanti (regolari) e notevole dispiego di mezzi. Tale attacco è iniziato da circa 30 ore, ed ha investito un fronte di una decina di chilometri a nord di Sumi, direttrice Olashnya, nella provincia russa di Kursk, con esiti al momento incerti. La penetrazione ucraina appare abbastanza significativa, di almeno una decina di chilometri con la conquista di diversi piccoli villaggi . Le fonti ufficiali russe parlano di un attacco già respinto con grandi interventi di aviazione e artiglieria, ma anche di afflusso di rinforzi . D'altra parte gli ucraini vantano successi significativi, prigionieri russi e la continua avanzata delle loro forze in terreno russo. Tenendo conto che tra il fronte aperto a nord di Karkiv dai russi ed al momento stabilizzato e l'area attualmente sotto attacco ucraino corrono quasi duecento chilometri, lo scopo e l'esito dell'attacco ucraino sono difficili da valutare. Comunque è la prima volta che importanti forze regolari ucraine penetrano in profondità in territorio russo (i precedenti tentativi erano affidati a mercenari o forze paramilitari, spesso di paesi Nato sotto veste di contractors). E' una situazione potenzialmente esplosiva, da seguire con attenzione. Tra l'altro si pone il problema dell'utilizzo di armi Nato in territorio russo, fatto ancora non esplicitamente autorizzato. |
Venerdì 2 | L'unica variazione che pare rilevante rispetto alla situazione delle ultime settimane è nel probabile esaurimento del contrattacco ucraino a nord di Karkiv, che ha visti impegnati per settimane unità di elite , ma che non ha raggiunto alcun guadagno territoriale rispetto alle zone occupate dai russi. Sul resto del fronte continuano, con ritmo di nuovo assai lento, i piccoli avanzamenti russi. La guerra di logoramento impostata dalle due parti, per scelta o necessità, continua , in attesa che qualcosa si muova sul fronte politico. |