L’Italia aderisce alla Dichiarazione di 28 Paesi 
per la fine della guerra a Gaza

di Lorentina Pepmarku

Il 21 luglio 2025, i ministri degli Affari Esteri di 28 Paesi (tra i quali membri della UE quali Francia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, altri europei quali Regno Unito e Svizzera, extraeuropei quali Canada, Giappone, Nuova Zelanda) hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede l’immediata fine della guerra nella Striscia di Gaza.

Tra i firmatari figura anche l’Italia, rappresentata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. La dichiarazione, volta a esercitare una pressione politica sul governo di Israele e su tutte le parti coinvolte nel conflitto, denuncia con fermezza il deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, dove la sofferenza della popolazione civile ha raggiunto livelli insostenibili.

Significativa è la condanna rivolta al sistema di distribuzione degli aiuti adottato da Israele imperniato sulla cosiddetta Gaza Humanitarian Foundation, ritenuto pericoloso e umiliante e causa della morte di oltre 800 civili palestinesi. I firmatari condannano inoltre la prolungata detenzione degli ostaggi israeliani da parte di Hamas, chiedendone il rilascio immediato e senza condizioni.

La dichiarazione sottolinea che un cessate il fuoco negoziato rappresenta l’unica via per riportare a casa gli ostaggi e alleviare le sofferenze delle loro famiglie. I 28 Paesi invitano Israele a revocare immediatamente le restrizioni al flusso degli aiuti umanitari e a consentire alle Nazioni Unite e alle ONG di operare in sicurezza in tutta la Striscia.

L'iniziativa esprime il proprio rifiuto a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese in "città umanitarie", considerato una grave violazione del Diritto Internazionale Umanitario internazionale, condannando i progetti di espansione degli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati, in particolare il piano per l’insediamento E1, proposto dal Governo israeliano, che dividerebbe in due il futuro Stato palestinese.

Si denuncia l’aumento delle violenze da parte dei coloni e si afferma la necessità di porre fine agli insediamenti nelle aree palestinesi. Infine, la Dichiarazione esorta la comunità internazionale a unire gli sforzi per giungere a un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente.