Comunicato Stampa (Rete Disarmo)

19 Maggio 2020

 

"Pagare le pensioni coi profitti delle armi? Non è etico ed espone a rischi finanziari"

Lettera degli azionisti critici al Fondo sovrano norvegese affinché disinvesta dal colosso tedesco delle armi Rheinmetall

 

Tra i promotori Fondazione Finanza Etica (Gruppo Banca Etica) e con il rilancio di Rete Italiana per il Disarmo

Anche la Rete Italiana per il Disarmo rilancia e sostiene l'iniziativa promossa da "Shareholders for Change" (gruppo di investitori istituzionali e ONG di cui fa parte anche Fondazione Finanza Etica che è parte della nostra Rete) affinché il Fondo Sovrano norvegese disinvesta dal produttore di armi tedesco Rheinmetall. Ricordiamo che tale multinazionale della produzione militare controlla anche società attive nel settore degli armamenti anche in Italia, tra cui in particolare la RWM Italia con sede legale a Ghedi e sito produttivo a Domusnovas in Sardegna. Si tratta della stessa azienda che negli anni scorsi ha inviato migliaia di bombe all'Arabia Saudita, ordigni che sono stati sicuramente anche utilizzati nel conflitto sanguinoso in corso in Yemen. Una situazione da sempre stigmatizzata anche da Rete Disarmo, che ipotizza a riguardo una violazione delle norme italiane sull'export di armi e per cui è stato dato avvio ad una denuncia penale il cui iter è ancora in corso. Per questo motivo riteniamo pienamente in linea con la nostra prospettiva e i passi precedentemente realizzati sostenere la lettera inviata da Shareholders for Change.


 

Firenze/Paderborn, 19 maggio 2020

 

Un gruppo di investitori istituzionali e ONG europee -  guidato da Shareholders for Change-SfC, Bank for Church and Caritas (BKC) e Fondazione Finanza Etica (Banca Etica) -  ha inviato oggi una lettera al fondo pensione norvegese. 

Il fondo pensione norvegese, istituito nel 1990 per investire gli utili pubblici del settore petrolifero norvegese, è il più grande fondo sovrano del mondo con un patrimonio complessivo in gestione di oltre 930 miliardi di euro. È famoso anche per essere stato uno dei primi colossi a dotarsi - già nel 2004 - di una policy di selezione degli investimenti secondo criteri di sostenibilità. Eppure, nonostante ciò, il fondo è attualmente uno dei principali azionisti del produttore di armi tedesco Rheinmetall, con una partecipazione del 2,57% nella società (circa 116 milioni di euro in termini assoluti).

Gli investitori critici chiedono al fondo sovrano norvegese di riconsiderare il suo investimento in Rheinmetall, che fornisce bombe all'Arabia Saudita per la guerra nello Yemen, e di avviare un dialogo critico con l'azienda sulle sue pratiche di esportazione di armi.

«Dal 2004 il fondo sovrano norvegese investe secondo precise linee guida di sostenibilità e disinveste regolarmente dalle aziende che non vi aderiscono», spiega Simone Siliani, direttore di Fondazione Finanza Etica. «Riteniamo che investire in Rheinmetall sia in netto contrasto con le linee guida del fondo». In base alla sezione 2.1 delle linee guida, «il Fondo non investe in società che (...) producono armi che, attraverso il loro normale utilizzo, violino i diritti umani fondamentali». 

Tommy Piemonte, responsabile della ricerca sulla sostenibilità presso BKC, descrive così le ragioni dell'appello: «Gli investitori dovrebbero smettere di sostenere le aziende che esportano armi in Paesi che sono coinvolti in violazioni dei diritti umani o che contribuiscono a tali violazioni. Soprattutto se questo è in contrasto con le loro politiche di investimento».

La guerra nello Yemen non ha alcuna legittimità dal punto di vista del diritto internazionale e, dal 2015, ha già ucciso oltre 100.000 persone, tra cui 12.000 civili in attacchi diretti. Nel corso del conflitto, un gran numero di bombe utilizzate dall'alleanza guidata dall'Arabia Saudita sono state prodotte e fornite dalla controllata italiana di Rheinmetall RWM Italia SpA.  

L'11 dicembre 2019, un gruppo di organizzazioni per i diritti umani guidate dal Centro europeo per i diritti umani e costituzionali di Berlino (ECCHR), dall'organizzazione yemenita per i diritti umani Mwatana e da Rete Italiana per il Disarmo, ha presentato alla Corte penale internazionale dell'Aia un esposto contro i produttori di armi che avrebbero consapevolmente sostenuto le violazioni dei diritti umani nello Yemen, fornendo armi all'Arabia Saudita. 

Già dal 2017 Bank für Kirche und Caritas e Fondazione Finanza Etica partecipano alle assemblee annuali degli azionisti di Rheinmetall, chiedendo al Consiglio di Amministrazione di interrompere l'esportazione di armi verso Paesi che sono coinvolti in violazioni dei diritti umani. Finora Rheinmetall ha ignorato gli appelli degli azionisti, ignorando anche il fatto che le sue pratiche di esportazione potrebbero comportare azioni legali e sanzioni per l'azienda in una causa per violazione dei diritti umani, con conseguenti perdite finanziarie. «Speriamo di riuscire a convincere il fondo pensione norvegese, in quanto importante azionista, a fare pressione sugli amministratori di Rheinmetall per evitare, nello stesso interesse del fondo, i rischi reputazionali e legali legati a Rheinmetall e i conseguenti, possibili rischi finanziari», aggiunge Tommy Piemonte. 

La lettera è stata co-firmata da una ventina di investitori e ONG tedeschi e italiani tra cui Rete Italiana per il Disarmo, Comitato Riconversione RWM, GLS Bank, Pax Bank, Steyler Bank, Greenpeace Germany, ECCHR, Urgewald e CRIC (Corporate Responsibility Interface Centre). 



 

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SfC - Shareholders for Change - SfC - Shareholders for Change, ("azionisti per il cambiamento" in italiano) è una rete di investitori istituzionali europei che, in qualità di azionisti, svolgono attività di engagement, ovvero di dialogo con le imprese.

Il fine è influenzare positivamente e sollecitare buone pratiche e comportamenti sostenibili e responsabili nel medio-lungo periodo. 

Attualmente SfC conta undici membri provenienti da sette paesi europei, che insieme rappresentano oltre 25 miliardi di euro di patrimonio gestito. 

L'attività di engagement è svolta principalmente con imprese europee, attraverso l'esercizio del diritto di voto collegato alle azioni e il dialogo. L'engagement di SfC ha come temi principali i diritti umani e dei lavoratori, la giustizia fiscale e la salvaguarda dell'ambiente e del clima. 

Gli 11 membri di SfC sono: 

  • Bank für Kirche und Caritas eG (BKC, Germania)
  • Ecofi Investissements, Groupe Crédit Coopératif (Francia)
  • Etica Sgr, Gruppo Banca Etica (Italia)
  • Fair-Finance Vorsorgekasse (Austria)
  • Fondazione Finanza Etica (FFE, Italia)
  • Fundación Finanzas Éticas (Spagna)
  • Meeschaert Asset Management (Francia)
  • ABS - Banca Alternativa Svizzera (Svizzera)
  • Fondazione Ethos (Svizzera)
  • Forma Futura Invest (Svizzera)
  • Fondazione Friends Provident (Regno Unito)

www.shareholdersforchange.eu

 

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