Horizon Europe apre alla difesa:

la svolta che divide la ricerca europea

di Maria Grazia Betti

La Commissione europea si prepara a una svolta storica: dal 2026 il Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) potrà finanziare tecnologie militari. È la prima volta, in quarant’anni di politiche europee per la ricerca, che viene messo in discussione il principio della separazione tra ricerca civile e militare. La proposta anticipa un altro passaggio chiave: dal 2028, con il decimo Programma quadro Horizon Europe (PQ10), Bruxelles intende aprire la porta alla ricerca dual use, cioè con applicazioni sia civili che militari. Una decisione che solleva interrogativi profondi sul futuro dell’ecosistema europeo della ricerca.

L’apertura della Commissione rientra nel piano “ReArm Europe”, che punta a potenziare la base industriale della difesa europea e ad attrarre investimenti nel settore. Il segnale è arrivato con il “White Paper for European Defence – Readiness 2030”, presentato il 19 marzo 2025. In quel documento, la Commissione annunciava che l’EIC e il futuro Fondo TechEU avrebbero potuto investire in tecnologie a duplice uso. Le attività di ricerca e innovazione finanziate da Horizon Europe, di cui l’EIC fa parte, sono infatti limitate per legge alle applicazioni civili. Per questo, la decisione della Commissione è stata giudicata illegale rispetto all’attuale quadro normativo. La soluzione è arrivata poche settimane dopo. Il 22 aprile 2025, il Commissario europeo per la Difesa Andrius Kubilius ha annunciato la modifica del Regolamento (UE) 2021/695, che ora consente esplicitamente il finanziamento di tecnologie “a potenziale duplice uso” nell’ambito dell’EIC. In pratica, l’Europa apre la strada a start-up e imprese innovative che sviluppano applicazioni con finalità civili e militari, dall’intelligenza artificiale alla cybersicurezza. Per Bruxelles, si tratta di una scelta “mirata e necessaria” per rafforzare la competitività tecnologica e ridurre la dipendenza strategica da Paesi terzi. Quali sono i principali punti critici:

  • Open Science a rischio Molti ricercatori temono che questa svolta possa minare i principi dell’Open Science, cardine delle politiche europee per la conoscenza. Le tecnologie a duplice uso, sottoposte a vincoli di sicurezza e segretezza, limiterebbero la trasparenza e la libera condivisione dei dati scientifici. Resta aperta una domanda cruciale: chi deciderà quali risultati saranno pubblicabili e quali resteranno riservati per motivi di sicurezza? Inoltre, la destinazione di risorse a progetti militari potrebbe distrarre fondi dalla ricerca civile, alterando l’equilibrio tra ricerca fondamentale e applicata.
  • Esiste già un fondo per la difesa” la ricerca militare è già finanziata attraverso il Fondo europeo per la difesa (EDF). Perché allora modificare la missione dell’EIC Accelerator? Bruxelles avrebbe dovuto rafforzare l’EDF o utilizzare il futuro Fondo europeo per la competitività (ECF), che dispone di 125 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo nel settore difensivo.
  • Nuovi confini geopolitici e esclusioni. L’apertura alla difesa rischia anche di ridisegnare le relazioni internazionali nella ricerca europea. Secondo la proposta, i progetti di difesa e a duplice uso saranno riservati a entità con sede nell’UE, nello Spazio economico europeo e in Ucraina. Rimarrebbero esclusi Paesi associati storici come Regno Unito e Svizzera, con il rischio di frammentare ulteriormente il panorama della cooperazione scientifica europea.
  • Ricerca di base in secondo piano. Un’altra conseguenza temuta riguarda l’equilibrio tra ricerca di base e ricerca applicata. Il futuro PQ10 prevede di finanziare progetti fino al livello 8 di maturità tecnologica (TRL), ben oltre la fase di scoperta scientifica. Secondo i critici, ciò trasformerebbe Horizon Europe in uno strumento di industrializzazione tecnologica, allontanandolo dalla missione originaria di promuovere conoscenza aperta e innovazione civile.

La comunità scientifica chiede un dibattito pubblico sull’apertura di Horizon Europe alla ricerca militare e al dual use. Le questioni in gioco non sono solo economiche, ma etiche e politiche: dove tracciare il confine tra sicurezza e trasparenza, tra competitività e libertà scientifica? La League of European Research Universities (LERU) accusa la Commissione di “procedere a testa bassa, senza consultazione né trasparenza”, adottando un approccio “basato sul fatto compiuto”. Ora, sta al Parlamento europeo decidere se la ricerca europea resterà fedele alla sua vocazione civile o se entrerà, definitivamente, nell’era della difesa.

 

Fonti:

Commissione europea. (22 aprile 2025). EU budget set for defence-related boost under new regulation. Disponibile a: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/api/files/document/print/ov/ip_25_1076/

Commissione europea. (22 aprile 2025). Regulation of the european parliament and of the council. Disponibile a: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX%3A52025PC0188

Nature. (7 ottobre 2025). The EU’s Horizon research fund needs to stay a defence-free zone. Disponibile a: https://www.nature.com/articles/d41586-025-03221-2?fbclid=IwY2xjawNp24VleHRuA2FlbQIxMQABHmjt- fOBnsxMYXJGIJAdP18T4_PfxHAbqzZWFxUqJCmu4-61_5anzZc6ZEWX_aem_HTvzY9JF0DIVObwEXU9ovw

LERU – League of European Research Universities. (24 aprile 2025). Dual-use and defence in Horizon Europe: this is not the way to go. Disponibile a: https://www.leru.org/news/dual-use-and-defence-in-horizon-europe-this-is-not-the-way-to-go

Zubașcu, F. (22 aprile 2025). European Innovation Council seeks to take advantage of geopolitical momentum. Science Business. Disponibile a: https://sciencebusiness.net/news/dual-use/universities-not-favour-dual-use-research

Matthews, D. (19 settembre 2024). Universities not in favour of dual-use research. Science Business. Disponibile a: https://sciencebusiness.net/news/dual-use/universities-not-favour-dual-use-research