La Somalia è situata nel Corno d’Africa. Diventa indipendente nel 1960 dopo la fusione della parte italiana con quella inglese grazie al movimento pansomalo, nato dalla volontà di unire e superare le vecchie spartizioni coloniali.

La nascita del nuovo stato da subito presenta gravi difficoltà: i due territori erano entità con sistemi amministrativi, legali ed economici differenti, perfino le lingue erano diverse. Ancora oggi questo paese attraversa una profonda crisi (v. in basso) 

I somali sono un popolo principalmente nomade e la dimora più comune è l’aqal (o akal), una sorta di tenda-capanna formata da uno scheletro in rami flessibili e ricoperta da stuoie e pelli. Nelle zone agricole, invece, ci sono villaggi di capanne a base circolare in parte intonacate con argilla (mondul). Nella parte costiera, in cui vivono in maggioranza arabi, le case sono in muratura, concentrate in piccoli centri urbani.

Per nomadi e pastori il cibo principale è il latte di cammella, capra o mucca. La carne si macella raramente e si uccidono solo animali anziani. Il cibo considerato più prelibato è la gobba del cammello (molto grassa). Gli agricoltori si nutrono di grano, sorgo e fagioli, pochi ortaggi, frutta e carne.

I somali non amano molto il pesce nonostante il ricco pescato del mare adiacente, ma amano i dolci con zucchero e miele. Seguendo la legge islamica non si nutrono di carne di maiale e non bevono alcolici.

La cucina somala è influenzata dalla gastronomia italiana ed inglese a causa della passato coloniale. La cucina araba e quella indiana sono altre culture culinarie di riferimento. Uno dei piatti più diffusi è il sambusi indiano, triangoli di pasta fritta ripieni di carne e verdura. La colazione è un pasto piuttosto corroborante: fegato di capra, pecora o dromedario fritto insieme a cipolle e servito con il pane. Uno dei riti giornalieri è il tè rosso con la cannella e il cardamomo.

Oggi prepariamo gli icun (si pronuncia “eeuun” che in somalo significa “mangiami”). Sono biscotti di burro, farina e zucchero a velo aromatizzati con polvere di cardamomo. Su ognuno di essi si trova un piccolo candito colorato oppure un puntino di colorante alimentare ottenuto con uno stuzzicadenti. Sono friabili e delicati e, in perfetto stile inglese, si accompagnano perfettamente con il tè. Si preparano soprattutto durante le festività.

Ingredienti

300 gr di farina 00
250 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere
canditi misti a cubetti piccoli

Preparazione

Mettere il burro a temperatura ambiente in una ciotola e cominciare a montare con le fruste elettriche.

Unire lo zucchero a velo e montare fino a che il composto risulterà spumoso e molto chiaro, ci vorranno circa 8 minuti. Unire il cardamomo e la farina e montare ancora per qualche minuto.

Otterrete un impasto morbido e consistente da mettere in frigorifero a compattare per 30 minuti. Dopo prendete l’impasto freddo, formate delle palline più piccole di una noce e disponetele su una teglia con carta forno distanti tra loro perché si allargheranno in cottura.

Mettete su ogni pallina d’impasto un pezzetto di candito premendolo leggermente. Cuocete in forno già caldo a 170°c per 15 minuti. I biscotti devono rimanere piuttosto chiari. Una volta tirati fuori dal forno fateli raffreddare prima di spostarli, perchè molto fragili.

Esiste anche una versione con la farina di mandorle, il procedimento di preparazione è il medesimo; si devono solo aggiungere 50 gr di farina di mandorle e pezzetti di mandorla per decorare il biscotto prima di infornarlo. 


La situazione in Somalia

La costituzione della Repubblica somala è stata lunga e problematica, a causa delle rivendicazioni territoriali degli stati confinanti e delle potenze coloniali. Il 21 ottobre del 1969 un colpo di stato militare  del generale M. Siade Barre impose una dittatura di stampo socialista. Egli si propose di eliminare l’organizzazione tribale della società, rimanendo in carica fino allo scoppio della guerra civile (26 gennaio 1991).

Tra il 1970 e il 1980 il governo nazionalizzò le terre più produttive togliendole agli agricoltori, soprattutto quelli del nord del paese. 

La Somalia non è una Nazione omogenea dal punto di vista etnico, di conseguenza non c'è mai stata una vera e propria coesione.

La guerra con l’Etiopia, 1977-1978, per il territorio dell’Ogaden, comportò un inasprirsi delle tensioni tra clan. L’Etiopia era supportata dalla Russia mentre il Governo somalo riforniva il Fronte di Liberazione di armi, queste però erano usate contro i civili del clan di Isaaq e non contro il Governo etiope.

Nel 1981 importanti membri di questo clan, esuli in Inghilterra, formarono il Somali National Movement (SNM) con l’obiettivo di rovesciare Barre. In risposta il Governo attuò una repressione verso il clan Isaaq cercando appoggio negli altri clan per la loro eliminazione.

Nel 1988 il governo Etiope intimò allo SNM di cessare le operazioni di guerriglia; questo scatenò una guerra civile su vasta scala. La risposta di Barre fu tentare di sterminare completamente il clan Isaaq, e di conseguenza lo SNM.

Nel 1989 allo SNM si unirono altri due gruppi, il Somali Patriotic Movement e lo United Somali Congress. Le milizie di quest’ultimo nel 1991 avanzarono fino a Mogadiscio costringendo Barre ad abbandonare la capitale. La guerra civile non si fermò poiché i vari clan continuarono a combattersi tra di loro per la supremazia.

Il 18 maggio 1991 i clan della zona dell’ex colonia Inglese dichiararono il territorio indipendente con il nome di Somaliland (non riconosciuto a livello internazionale). Era piuttosto chiaro che non c’era più nessuna volontà di costruire uno Stato Somalo unitario.

Il 3 dicembre del 1992 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizzava l’impiego di una forza multinazionale denominata UNOSOM II per ripristinare la sicurezza e favorire il reinsediamento di un governo legittimo. Questa operazione è conosciuta con il nome di Restore Hope “Restaurare la Speranza”.

Seguirono vari episodi di battaglie che portarono le Nazioni Unite a dichiarare fallita la missione e a decidere il rientro dei contingenti. Uno di questi fu l’abbattimento dei Black Hawk a Mogadiscio il 3 ottobre 1993. Il 16 dicembre 1994 gli Stati Uniti accettarono di guidare una missione per il reimbarco delle forze di sicurezza presenti ancora sul territorio.

Definire la struttura politica della Somalia risulta difficile dalla condizione continua di guerra civile, il 22 agosto 2004 si è costituito il nuovo Parlamento somalo sotto la guida di un Governo di Transizione Nazionale.

La situazione è precipitata di nuovo nel maggio 2006 quando sono ripresi gli scontri per il controllo di Mgadiscio tra milizie delle Corti Islamiche Somale e i guerriglieri dell’ARPTC (alleanza per il ripristino della pace e controllo del terrorismo). Le prime hanno conquistato la città l’8 giugno. L’Unione Africana (UA) ha, così, inviato truppe etiopi ed ugandesi nel Paese. La situazione purtroppo non si è ancora normalizzata e la Somalia continua ad essere teatro di scontri e territorio di bande armate.

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