La Repubblica Cecena, conosciuta come Cecenia, è una Repubblica che fa parte della Federazione Russa e la cui Costituzione è entrata in vigore nell’aprile 2003. La religione islamica sunnita è la più diffusa nella sua accezione più moderata. Grozny è la sua capitale, il suo nome significa “terribile” “tempestoso” e si trova sulle rive del fiume Sunža. Dopo la battaglia che si svolse lì tra il 1999 e il 2000 le Nazioni Unite la definirono come la città più devastata al mondo, oggi la città è cambiata radicalmente con centri commerciali, grattacieli e moschee. Un paese in ricostruzione con grandi speranze per il futuro.

La tradizione culinaria della Cecenia si rifà a quella più ampia della tradizione russa.  La Russia si estendeva per un territorio sterminato con climi piuttosto rigidi in inverno, le coltivazioni sono principalmente di cereali che anche oggi vengono esportati in tutto il mondo. Diffusa è la coltivazione di ortaggi tra i quali patate, barbabietole, cavoli e rape verdure generalmente tipiche dei climi freddi. Proprio per la componente climatica la cucina russa può essere definita una cucina calorica ricca di grassi. Sempre per le temperature che lo caratterizzano in Russia è diffuso l’uso di alcolici e superalcolici, se da noi durante i pasti si beve vino in Russia si beve vodka.

I piatti più amati sono le zuppe tant’è che ne esistono versioni sia calde che fredde, possono essere a base di sole verdure o con carne, formaggio o pesce. Anche la carne viene consumata in grandi quantità cucinata con burro, strutto, lardo o panna. I dolci sono amati ed apprezzati con una tazza di tè forte e zuccherato. Come ricetta da presentarvi della Cecenia abbiamo scelto una preparazione semplice i djepelgesh, delle focaccine di pasta lievitata ripiena cotte su una padella di ferro rovente, i ripieni possono essere di verdura, patate o formaggio. Oggi vi presenteremo quelle alle patate diffuse in tutti gli strati della popolazione proprio per la loro reperibilità, secondo la tradizione vanno condite con una generosa quantità di burro. Possono essere servite come antipasto, come accompagnamento a del brodo bollente oppure come spuntino con il tè.


Ingredienti    

500 gr farina 00

1 cubetto di lievito di birra fresco

1 bicchiere di acqua

1 cucchiaino di sale

3 patate medie lessate

1 cipolla

1 cucchiaino di cumino

1 cucchiaino di timo

3 cucchiai di olio

6 foglie di basilico

sale

pepe

burro


Preparazione 

Cominciamo preparando l’impasto lievitato, mettiamo farina e lievito in una ciotola e aggiungiamo l’acqua, lavoriamo per qualche minuto e aggiungiamo il sale. L’impasto così ottenuto andrà lavorato sul piano da lavoro per una decina di minuti per ottenere una pasta morbida e non appiccicosa. Se avete una planetaria potete usarla per velocizzare la lavorazione. Formare una palla e metterla in una ciotola coperta da pellicola e far lievitare per un’ora. Nel frattempo preparare il ripieno, schiacciare grossolanamente con una forchetta le patate. In una padella mettete a soffriggere la cipolla tagliata in piccoli pezzi con l’olio, il cumino e il timo e far cuocere finché non diventa traslucida. Tagliare a striscioline il basilico e unirlo alle patate, aggiungere le cipolle cotte, mescolare, assaggiare e aggiustare di sale e pepe. Se vi piace potete unire anche una nota piccante aggiungendo della pasta di peperoncino come ho fatto io. Prendere l’impasto lievitato, lavorarlo brevemente e dividerlo in 10 parti, fare delle piccole sferette e farle riposare una decina di minuti. Prendere una prima sferetta e appiattirla, mettere al centro un cucchiaio circa di composto di patate, richiudete i bordi dell’impasto in modo da ottenere un panino ripieno. Prendere un mattarello e con delicatezza cominciare ad assottigliare l’impasto per ottenere una sorta di piadina piuttosto sottile, non c’è da preoccuparsi se dovessero crearsi dei piccoli buchetti potete comunque usare le mani per stendere l’impasto tirandolo delicatamente tra le dita. Porre sul fuoco una piastra antiaderente o una padella di ferro, fare scaldare molto bene e cominciare a cuocere i djepelgesh da un lato, rigirare quando sarà ben dorato e fare lo stesso sul secondo lato. Quando saranno cotti spennellarli con il burro fuso per lucidarli e condirli.

 

 


La situazione in Cecenia 

Il conflitto tra russi e ceceni ha origini secolari essendo iniziato nei primi anni del Settecento con la conquista del Caucaso da parte dello zar Pietro il Grande. Ciclicamente i ceceni si sono ribellati alla dominazione prima russa e poi sovietica, subendo repressioni terribili e deportazioni di massa. Nel novembre 1991, approfittando della dissoluzione dell’URSS, il presidente ceceno Djokhar Dudaev dichiara l’indipendenza della Cecenia. Inizialmente Mosca non presta molta attenzione a questa iniziativa e si limita a dichiarare illegale l’indipendenza della regione.

Le cose cambiano quando, nel settembre 1994, le compagnie petrolifere occidentali firmano con il governo dell’Azerbaijan un contratto storico da 7,5 miliardi di $ per lo sfruttamento del petrolio del Mar Caspio. Per non venire tagliata fuori la Russia decide di correre ai ripari costruendo un oleodotto che parta da Baku e, dirigendosi verso nord attraverso il Daghestan e la Cecenia, arrivi fino al porto russo di Novorossiyk, sul Mar Nero. Di qui la necessità di riprendere il controllo del territorio ceceno. L’11 dicembre 1994 i carri armati della Federazione Russa iniziano la loro avanzata verso Grozny. Il 19 gennaio 1995 l’esercito russo entra nella capitale conquistando il palazzo presidenziale. La città viene brutalmente devastata, con migliaia di vittime tra la popolazione civile. Grazie al contrattacco dei ceceni, la guerra si rivela un disastro per Mosca, che alla fine è costretta ad una tregua nel 1996.

L’accordo di pace dell’agosto 1996 non è tuttavia sufficiente per risolvere definitivamente la questione con la repubblica cecena dato che entrambe le parti non intendono rinunciare ai rispettivi obiettivi. La Russia sembra quindi aspettare il momento propizio per sferrare un nuovo attacco. Tale pretesto si presenta con l’incursione in Daghestan delle milizie islamiche del comandante ceceno Basyev nell’agosto 1999, con l’obiettivo di creare un califfato islamico in tutto il Caucaso. Nel settembre del ‘99, quindi, l’allora primo ministro Vladimir Putin dà il via ad una nuova campagna militare contro la Cecenia, con una serie di attacchi aerei. Le truppe russe riescono a riconquistare la capitale e buona parte della Repubblica, ad eccezione delle zone montuose meridionali caposaldo dei ribelli. La nuova guerra si rivela, tuttavia, ancora più devastante della precedente, trasformandosi in un vero e proprio genocidio.

Per approfondimenti consultare la scheda Paese.

 

 

 



     
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