Martedì 28

Moltissimi (forse 80.000) ucraini sono stati rischierati sul fronte nord di Karkov, e stanno provando a riconquistare le aree occupate dai russi, che da parte loro non sembrano aver deciso di continuare l'avanzata ma sembrano attestati in difesa, come loro costume e come segnalavamo la scorsa settimana. Sugli altri fronti continuano ad avanzare, con l'usuale lentezza ma anche senza cessare mai di occupare posizioni più favorevoli. Il Lugansk è quasi totalmente sotto controllo russo. 
Le perdite ucraine sono le maggiori degli ultimi mesi, ogni giorno perdono uomini e artiglieria in grandi quantità.
La possibilità per i russi di aprire un ulteriore fronte dal lunghissimo confine nord incombe come una minaccia esiziale per l'esercito ucraino che sta spostando le ultime riserve. Non si vede come possa aiutare la situazione l'eventuale uso di qualche missile occidentale sul territorio russo, come suggerito dal discutibile Stoltenbergh, se non per alzare il livello del pericolo di guerra globale: come altre volte sembra quasi che si vogliano cercare provocazioni-magari bombardando grandi città e uccidendo molti civili- sperando in una reazione nervosa russa che consenta alla Nato di intervenire direttamente. Le difese antiaeree russe infatti dimostrano di essere più che in grado di proteggere i propri centri vitali (ad esempio la percentuale di Himars abbattuti sembra essere altissima), ma attacchi come quello alla stazione russa di rilevamento precoce antimissili balistici nucleari "Voronezh-DM" di Armavir sembrano voler andare verso un’ulteriore escalation.

Giovedì 23 La penetrazione russa a nord di Kharkiv procede lentamente nel cuneo a ovest, mentre nella parte est si è attestata lungo il fiume Vovcha, tagliando a metà la cittadina di Vovchansk. Procede, sempre lentamente, ancora ad est di tale cittadina. Le forze impiegate non fanno pensare a tentativi di sfondamenti rilevanti o decisivi. Fermo restando che la eventuale caduta di Vovchansk sarebbe estremamente pericolosa per l'intero fronte nord, resta il dubbio se la linea del fiume sia una linea di difesa estrema degli ucraini, oppure l'obbiettivo tattico russo per mettere in sicurezza il confine di Belgorod, dove negli ultimi due anni gli ucraini hanno lanciato diverse incursioni in territorio russo. Certamente resta il fatto che molte brigate ucraine sono state spostate da altre zone per tentare di stabilizzare il fronte, cosa che certamente era il primo obbiettivo dell'offensiva russa. Staromaiorske, Rabotino, Krasnohorivka, Novooleksandrivka, Klishchlivka sono infatti villaggi occupati negli ultimi giorni dai russi lungo tutto il fronte sud/centro, in cinque direzioni diverse, approfittando con tutta evidenza del ritiro verso il fronte nord di brigate ucraine che difendevano da anni quei territori. I combattimenti continuano ad essere estremamente intensi, e prosegue il dissanguamento dell'esercito ucraino, che è in attesa delle nuove reclute secondo i nuovi criteri di mobilitazione. Non ci sono tuttavia segnali di cedimenti importanti dell'esercito, anche se da mesi la dinamica della guerra ha imboccato la strada univoca del lento, costante e irreversibile arretramento del fronte ucraino. Dal 20 Maggio il mandato presidenziale di Zelensky è scaduto , senzaelezioni in vista. Essendo questo fatto rilevato dall'Economist (Europe Times up), oltre che ovviamente dalla comunicazione russa, potrebbe configurarsi un tentativo di pressione anche occidentale sullo stesso Zelensky per invitarlo a modificare le sue impostazioni sul terreno diplomatico.
Lunedì 20 Volchansk ancora parzialmente in controllo Ucraino, anche se lentamente i russi avanzano. Esattamente come in almeno altri quattro o cinque punti del lunghissimo fronte. Pare che in questi giorni le perdite ucraine siano state assai più elevate del solito, anche se non c'è giornata da mesi che non riscuota il suo pesantissimo tributo di vittime. La riproposizione del piano di pace di Istambul 2022 fatta da Putin a Pechino è stata come al solito respinta, anche se è evidente a chiunque che gli obbiettivi Nato di riconquista del Donbass e in particolare della Crimea appartengono da venti mesi al mondo della fantasia.
Lunedì 13 L'attacco russo a nord di Karkov è continuato in questi ultimi due giorni, estendendo l'area di controllo russo in profondità ed estensione (ad oggi circa una quarantina di chilometri di ampiezza e una decina in profondità) ed avvicinando le due direttrici di attacco (direttamente verso Karkov e verso Vovchansk). E' evidente un primo obbiettivo, distogliere ulteriori forze ucraine dal Donbass, dove continua la pressione russa. Non esistono ancora elementi che facciano intuire la portata dell'attacco in termini più generali. Vovchansk è quasi circondata e la sua presa creerebbe un gravissimo problema per tutto lo schieramento ucraino sul fronte nord. Gli ucraini hanno fatto saltare alcuni ponti sul Severskii Donec, e questo potrebbe creare ulteriori problemi al loro fronte. Da segnalare il ricambio ai vertici dello stato Russo, con la sostituzione (e promozione) del ministro della Difesa Shoigu e la nomina di un economista al suo posto, con il dichiarato intento di modernizzare ed integrare la produzione bellica nell'apparato militar-industriale. Risposta purtroppo molto concreta al continuo chiacchiericcio (e scomposto aumento di risorse ) occidentale sulla necessità di riarmare l'Europa per preparare la guerra alla Russia. Come sempre, "preparare la guerra" provoca una reazione a catena e alza il livello del pericolo di guerra reale. Altro che "si vis pacem": ogni minaccia e dichiarazione e stanziamento inevitabilmente fa aumentare specularmente le stesse scelte della controparte.
Venerdì 10 La situazione sui fronti è la stessa delle ultime settimane, ma la novità odierna è che i russi hanno effettuato un'avanzata di una certa consistenza, su un fronte di diversi chilometri e su due direttrici a Nord, immediatamente sopra Karkov. Da quella zona erano sempre partite le puntate verso Belgorod delle truppe ucraine e delle forze antirusse, ma non era mai stata luogo di attacchi russi significativi. Improvvisamente Karkov, la seconda città ucraina, si trova a meno di 25 chilometri da un fronte in movimento. Sommato alla difficilissima situazione del fronte di Adviika, questo attacco - finora limitato ad una profondità di un chilometro - se continuato potrebbe portare a sviluppi importanti della situazione complessiva.
Domenica 5 Da segnalare la costante pressione russa lungo tutto il fronte, l'allargamento come prevedibile del cuneo di Ocheretyno. Continuano i contrattacchi ucraini sulla linea di penetrazione russa, sempre con grandi perdite di uomini e mezzi. La questione più rilevante pare il tentativo di Kiev di forzare all'arruolamento le centinaia di migliaia di ucraini che hanno cercato di evitarlo, sia in patria che soprattutto all'estero, introducendo vincoli ai rilasci delle documentazioni che consentono loro di vivere negli altri paesi europei. Di elezioni in Ucraina non si parla più, pur essendo scaduto il mandato presidenziale. Nè di trattative. La messianica attesa di nuove armi Nato è attualmente l'argomento che domina la propaganda di guerra.