Poniamo fine all'uso dei bambini soldato
Roma, 10 febbraio 2024
Poniamo fine all'uso dei bambini come soldati.
12 febbraio - Giornata ONU contro l'uso dei bambini soldato
A cura di M. Simoncelli
Nel 2022 quasi ottomila minori, alcuni anche di soli cinque anni, sono stati arruolati ed utilizzati nelle guerre. Lo afferma il Segretario Generale dell'ONU in un rapporto dedicato alla situazione dell'infanzia nei conflitti. Va evidenziato che tale numero è aumentato rispetto al 2021. I piccoli vengono sottratti con la forza dalle scuole e dai propri villaggi e arruolati nelle milizie e negli eserciti regolari. I Paesi interessati sono molti: Afghanistan, Burkina Faso, Colombia, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Iraq, Mali, Nigeria, Sudan, Sudan del Sud, Somalia, Siria, Yemen, Myanmar, Nigeria e il fenomeno coinvolge decine fra gruppi guerriglieri e forze armate regolari.
La Somalia, secondo l'ONU, nel 2022 è stata fra i Paesi più coinvolti con circa 1.100 ragazzini, per lo più rapiti da Al Shabab, ma anche dalle forze di sicurezza, che li hanno utilizzati in quasi 100 casi. Va sottolineato che nell'ex colonia, Esercito e Polizia, usufruiscono del supporto dei nostri militari.
Nello Yemen, sempre secondo l'ONU, quasi 2.000 bambini tra i 10 e i 17 anni, reclutati dai ribelli Houthi, sono morti combattendo tra gennaio 2020 e maggio 2021.
Le guerre combattute da decenni in molte parti del mondo richiedono sempre nuovi soldati, così tanti minori vengono rapiti da scuole e villaggi e trasformati in combattenti. I ragazzini sono utilizzati anche come messaggeri, spie e le ragazzine sono reclutate per fini sessuali, per matrimoni forzati o per compiere attentati suicidi. I minori sono sottoposti a violenze di ogni tipo, per piegarne la volontà: peraltro, i bambini possono essere facilmente indottrinati e trasformati in spietati assassini, dato anche che per sparare con un mitra non ci vuole la forza fisica di un adulto.
Pur in un contesto così negativo va segnalato che l'anno scorso circa quindicimila minori in passato componenti di milizie od eserciti hanno potuto usufruire di protezione o di aiuto al reinserimento.
L'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, che ha svolto numerosi studi sull'argomento, vuole attirare l'attenzione su questo drammatico problema, in occasione del 12 febbraio, giornata che l'Onu ha dedicato alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica contro l'uso dei minori nei conflitti.
Appare urgente che i responsabili di questi crimini, considerati tali dal diritto internazionale, ne rispondano in tribunale e che la comunità internazionale agisca con decisione nei confronti dei paesi che li utilizzano. I Paesi democratici devono coerentemente non solo sostenere le azioni di recupero sociale dei baby soldiers, ma anche attuare politiche di pace e porre fine alle vendite di armi a quelli in guerra o retti da regimi liberticidi, nel rispetto delle leggi nazionali ed internazionali vigenti (Arms Trade Treaty).
Per approfondimenti:
L. Bertozzi, I bambini soldato: un crimine contro l’umanità. L’Italia aiuta chi utilizza i bambini nelle guerre?, in “IRIAD Review”, Gennaio 2021
S. Doro, Minori e conflitti armati. Quanto è ancora diffuso nel mondo l’utilizzo dei bambini soldato?, in “IRIAD Review”, Gennaio 2020