La Repubblica della Croazia si suddivide in 21 contee o regioni e comprende circa 1.246 isole. Il numero non è certo a causa dei cambiamenti naturali e dell'azione dell'uomo. Fran?ek Drenovec, l'"uomo che conta le isole", ne ha catalogate da solo 1.233 in 10 anni.

A livello naturalistico offre panorami e scenari meravigliosi, sia per le spiagge della Dalmazia sia per i numerosi Parchi Nazionali. Uno dei più conosciuti è il Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice, 16 in tutto, alimentati dal Fiume Bianco, dal Fiume Nero e da sorgenti sotterranee, collegati tra loro da cascate in serie che vanno a confluire nel fiume Korana. Il Parco è stato proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1979. 

La cucina croata assomiglia a quella italiana per la suddivisione regionale. Non esiste una sola cucina ma differenti tradizioni secondo la contea in cui ci si trova. Le radici gastronomiche sono slave con contaminazioni dei paesi confinanti. Nell’entroterra i piatti principali sono a base di ortaggi e cereali mentre sulla costa il pesce è l’ingrediente principe. I pasti sono scanditi dagli orari di lavoro: in Croazia si lavora dalla mattina fino a metà pomeriggio senza pause perciò la colazione è molto abbondante e il pranzo si consuma nel pomeriggio con tutta la famiglia riunita.

La carne è presente in quasi tutte le ricette, rinomato è il prosciutto istriano considerato una golosità rara vista la produzione artigianale limitata. 

Qui proponiamo la ricetta degli Štrukli, piatto tipico di Zagabria (il nome completo è Štrukli di Zagorje). Sono rotolini di pasta ripieni di formaggio fresco (ricotta il più delle volte), cotti in acqua bollente (anche brodo) o in forno ricoperti di panna acida. La preparazione della sfoglia sottile è stata ripresa dai turchi. Si possono avere anche ripieni diversi, ad es. con la zucca o con mele, ricotta e zucchero nella versione dolce. Si mangiano soprattutto come antipasto ma sono anche un ottimo piatto unico. Si tratta di una pietanza  semplice e dal gusto molto delicato. 

Ingredienti  

Per la sfoglia
350 gr farina 00
1 uovo
2 cucchiai di olio
1 cucchiaino di aceto bianco
200 ml di acqua tiepida
sale

Per il ripieno
500 gr di ricotta
2 uova
1 cucchiaio di burro fuso
sale
pepe

Per condire
500 ml di panna acida

Preparazione 

Impastare con forza per 5 minuti la farina con uovo, olio, acqua, sale e aceto (quest'ultimo rende l’impasto più duttile e facile da stendere sottilmente)

Bisogna ottenere un impasto elastico e compatto. Se risulta ancora troppo asciutto potete aggiungere qualche cucchiaio di acqua tiepida.

Successivamente dividetelo e formate tre sfere da cospargere con l'olio. Fatele riposare e copritele con la pellicola per 30/40 minuti.

Nel frattempo preparate il ripieno. Mettete la ricotta in una ciotola con sale, pepe, uova e burro fuso e mescolate (se volete renderlo più saporito potete aggiungere 80 gr di parmigiano grattugiato). 

Trascorso il tempo di riposo, appoggiate una sfera di pasta su un canovaccio di cotone disteso su di un piano infarinato e tirate la sfoglia molto sottile con il mattarello sul canovaccio stesso, che servirà successivamente per arrotolare lo štrukli. La sfoglia deve risultare quasi trasparente.

Una volta stesa la sfoglia, spalmate sulla sua superficie la crema di ricotta (1/3), alzatela dal lato lungo, aiutandovi con il canovaccio, ed arrotolatela in maniera stretta. Bagnate con acqua l’ultimo lembo della sfoglia per farla aderire bene.

Con il fianco della mano schiacciate il rotolo in segmenti lunghi circa 5 cm e con il bordo di un piatto tagliate il rotolo in corrispondenza delle tacche (il taglio con il piatto è il metodo tradizionale croato). Ripetere l’operazione anche per le altre sfere d’impasto.

A questo punto decidete cuocere in acqua o in forno gli štrukli. Nel primo caso controllate che i bordi siano ben sigillati per non disperdere il ripieno e bolliteli  in acqua salata per 8/10 minuti. Una volta cotti conditeli con la panna acida. Se li preferite al forno disponeteli su una teglia imburrata, coprite con panna acida e infornate a 170°C per 40 minuti, così avranno un colore dorato e una crosticina croccante.


La situazione in Croazia

Dopo il crollo dell’Impero austroungarico nel 1918 la Croazia fu annessa al regno di Serbia, Croazia e Slovenia che divenne poi regno di Iugoslavia. Il nazionalismo croato non si spense mai e durante la seconda guerra mondiale si fece sentire attraverso il carattere filofascista e filonazista del movimento degli ustascia. Dopo il 1945 e l’arrivo al potere dei comunisti di Tito, la Croazia divenne una delle sei Repubbliche della Federazione iugoslava.

Nel giugno del 1991 la Federazione cominciò a dissolversi e la Croazia, guidata da Franjo Tudjman, proclamò la propria indipendenza riconosciuta ufficialmente nel gennaio 1992 dalla Comunità Europea. La Croazia, però, venne immediatamente coinvolta nella crisi bosniaca, uno dei conflitti più cupi della storia; non c’erano eserciti regolari che perseguivano obiettivi strategici, ma forze irregolari avevano lo scopo di eliminare o far scappare le popolazioni di etnie rivali. Si stava attuando un genocidio.

La guerra assunse la forma del "tutti contro tutti": Serbia contro Croazia e Bosnia; Bosnia contro Croazia, poiché la minoranza croata che viveva in Bosnia rivendicava l’annessione allo stato croato. Cominciarono le pulizie etniche con l'uccisione di persone considerate dell’etnia sbagliata. Spesso si utilizzavano le fosse comuni per liberarsi delle vittime.

Le Nazioni Unite cercarono di gestire l'emergenza umanitaria, ma i paesi coinvolti furono incapaci di trovare una soluzione. Solo nel 1995 la guerra finì con gli accordi di Dayton che sancirono l’indipendenza di tutte le repubbliche dell’ex Iugoslavia e una ridefinizione dei confini territoriali. Si parla di circa 20.000 vittime totali e 250.000 profughi ("Presidents apologise over Croatian war", BBC News, September 10, 2003). Tuttavia, ancora oggi non è certo il numero reale, poiché non tutte le fosse comuni in cui furono gettati i morti sono state individuate.

Tudjman governò come presidente fino al 1999, anno della sua morte, in un clima di contestazioni per il carattere autoritario del suo governo. Nel 2000 alle elezioni presidenziali vince Stipe Mesi? con un programma di riforme e integrazione con l’Unione Europea. Ingresso in UE che fu ritardato a causa dei dubbi sulla reale democraticità delle istituzioni croate e dei numerosi criminali di guerra non ancora consegnati alla giustizia.

Nel 2009 la Croazia aderisce alla Nato e nel giugno 2011 terminano le trattative per il suo ingresso in UE, di cui è membro dal primo luglio 2013.

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