La situazione sul campo

Mentre nella maggior parte dei mass media le notizie sul conflitto in Ucraina non occupano più la prima pagina, gli scontri armati continuano provocando vittime civili e militari. In questi mesi l’Institute for the Study of War (ISW) statunitense pubblica una mappa aggiornata e interattiva sul posizionamento delle forze combattenti (https://www.understandingwar.org/interactive-map-russias-invasion-ukraine). Mettiamo a disposizione del pubblico una sintesi di quanto sta accadendo, utilizzando una delle fonti più accreditate in Occidente. 

Clicca qui per accedere alla rubrica "Cronache dall'Ucraina", curata dall'analista di Archivio Disarmo Corrado Cirio.

 

Nota: Indipendentemente dalle valutazioni, analisi e considerazioni dell'ISW, che non necessariamente condividiamo, la mappa del fronte quotidianamente aggiornata da ISW pare coerente con le mappe  di altre fonti. Può essere meglio consultata usando Google Chrome.

 

 

- Consulta la Scheda Paese -

https://www.archiviodisarmo.it/upl/orig/flag-of-ukrainesvg-.png

 

Quadro storico-politico

Conflitto 2014

Il ruolo della Russia

Relazioni con i Paesi dell'Unione Europea

Accordi di Minsk

L'andamento del Conflitto (in appendice la mappa dell'ISW)

 

Le nostre analisi:

 

Le nostre interviste:

 

Ri/Letture:

  • SIS n. 9/2016 Gli scenari del contesto geopolitico euroasiatico dopo la crisi russo-ucraina di Giovanni Calabrese
  • SIS n. 7/2015 Aspetti strategici del conflitto ucraino di Stefano Adrianopoli
  • Per quanto concerne la Nato, dai fatti del 2008 emerge [...] chiaramente la necessità di grande cautela e diplomazia nel gestire l’ingresso di paesi come Georgia e Ucraina tra i membri effettivi. Anche qui l’Europa è spaccata: i paesi dell’Est vorrebbero estendere al più presto l’Alleanza alle due ex-repubbliche sovietiche, mentre i membri occidentali, come già detto, sono decisamente restii. Pensiamo a cosa sarebbe accaduto se nel 2008 la Georgia fosse già stata membro della Nato: in base all’articolo 5 del Patto Atlantico, in seguito all’aggressione subita dalla Russia l’Alleanza sarebbe dovuta intervenire in difesa di Tbilisi. C’è anche la possibilità che, considerando l’ipotesi di una risposta della Nato, la Russia non avrebbe attaccato la Georgia. Ma si tratta di ipotesi. La guerra del 2008 ha mostrato quanto sia strategicamente importante il Caucaso: ogni azione deve essere ben ponderata. Al di là dei possibili attacchi russi, la Georgia è comunque esposta anche all’offensiva di abkhazi e osseti in regioni che formalmente sono ancora nel suo territorio. L’Ucraina è vittima di un clima politico e sociale altamente instabile e non si può ancora definire quanto i suoi legami siano orientati verso l’Occidente piuttosto che verso la Russia. La Nato non può permettersi di avere “al suo interno” simili situazioni di instabilità, né di fare il muro contro muro con Mosca. Il conflitto del 2008 ha posto quantomai in evidenza la necessità di tenere bene a mente diplomazia e cautela. Non a caso durante al vertice Nato di Bucarest dell’aprile  2008, dove molti si aspettavano l’annuncio di un Membership Action Plan (tappa fondamentale prima dell’adesione vera a propria) i vertici dell’Alleanza si sono limitati a dichiarare l’intenzione di intensificare la collaborazione con Kiev e Tbilisi.
  • C. Orlando, La partita euroasiatica, Ediesse, 2009, pp.138-139

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