XXIII Conferenza "EDOARDO AMALDI", Accademia Nazionale dei Lincei: "Nuclear Weapon Risks in a Problematic Time"
Ieri, 30 ottobre 2024, si è chiusa la XXIII Conferenza Edoardo Amaldi “Nuclear Weapons Risks in a Problematic Time”, organizzata dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla National Academy of Science (Washington D.C.). Nelle tre giornate della Conferenza sono state affrontate questioni cruciali per il dibattito scientifico in tema di limitazione degli armamenti di distruzione di massa. Tra i temi trattati: i rischi legati all’uso delle armi nucleari, Intelligenza Artificiale e spazio; i pericoli crescenti nel nuovo ordine mondiale; energia nucleare civile, e il rilancio del dialogo sul disarmo nucleare.
Hussain Sharistani (Karbala, Iraq), presidente della Conferenza Pugwash, ha espresso i timori della comunità scientifica per l’attuale crisi internazionale, ricordando che, ben cinquant’anni fa, l’Assemblea Generale ha adottato una risoluzione che istituisce una zona libera da armi nucleari in Medio Oriente. Alle parole di Sharistani hanno fatto eco quelle di Eldar Mamedov (Riga), membro del Pugwash Council for Science & World Affairs, secondo il quale bombardare l’Iran non risolverebbe nulla. Al massimo farebbe arretrare di due anni i progressi compiuti dal Piano d’azione congiunto globale per prevenire la militarizzazione della tecnologia nucleare in Iran (JCPOA).
Mariana Budjeryn (Project on Managing the Atom -MTA, Harvard, USA), ha sottolineato il duro colpo subito negli ultimi anni dal sistema di non proliferazione nucleare e di disarmo. Anton Khlopkov, (Center for Energy and Security Studies – CENESS, Mosca) ha auspicato che le leggi nazionali e gli obblighi internazionali possano ripristinare un partenariato strategico globale permanente tra gli Stati nucleari.
In collegamento da Mosca, Alexey Arbatov (Russian Academy of Science) ha osservato che, qualora continui, la crescente instabilità tra i Paesi nucleari porterà a una crescita degli arsenali, piuttosto che a una riduzione. Quanto alla proliferazione orizzontale nei Paesi emergenti, Arbatov ha indicato il Sud Africa come modello da seguire per evitarla. Francesco Lenci (Comitato per la Sicurezza Internazionale e Controllo degli Armamenti - SICA, Accademia dei Lincei) ha sottolineato che anche una probabilità molto piccola di un impiego delle armi nucleari costituisce un rischio inaccettabile.
Il fisico-teorico Marc Mézard (Université Paris Sud e Bocconi, Milano) si è focalizzato sui problemi indotti dall’impiego dell’Intelligenza Artificiale (IA) in campo militare. Secondo Mezard non sarebbe possibile sviluppare un’IA assoluta perché questa non ha una propria rappresentazione del mondo. A parere di Guglielmo Tamburrini (Università di Napoli Federico II) bisogna analizzare le potenzialità di una nuova tecnologia come l’IA per capire quali funzionalità debbano essere promosse e quali proibite.
Sul cruciale tema di che cosa i cittadini pensano delle armi nucleari è intervenuto Tatsujiro Suzuki (Research Center for Nuclear Weapons Abolition -RECNA, Nagasaki) evidenziando che la maggioranza assoluta dell’’opinione pubblica giapponese (60%) è favorevole al trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) e a mantenere una politica orientata esclusivamente alla difesa. Secondo Fabrizio Battistelli (Archivio Disarmo), l’attuale assuefazione alle notizie e alle minacce di guerra rischia di cancellare il “tabù nucleare”: si sta perdendo la memoria di Hiroshima e Nagasaki e questa è una fonte di seria preoccupazione.
Numerosa e altamente significativa la presenza dei fisici italiani, da sempre attivi nelle associazioni dedicate al controllo degli armamenti (dalla storica Pugwash in ambito internazionale all'italiana Unione Scienziati per il Disarmo): Paolo Cotta-Ramusino, Gian Piero Siroli, Alessandro Pascolini, Carlo Schaerf, Francesco Calogero. Condivisa da tutti l'idea che l'attuale gravissima crisi internazionale, scandita da due sanguinosi e pericolosi conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, può avere nel rilancio del dialogo per il controllo delle armi nucleari una tappa di decisiva importanza.